🟥 i Pink Floyd vanno allo stadio del Liverpool FC
Quella volta che la band inglese ha campionato You'll Never Walk Alone
Caro Avanguardista 🎸,
nell’infinito nastro della storia della musica, ci sono armonie inaspettate, incroci in cui le leggende del rock incontrano il folklore popolare calcistico.
La storia che ti sto per raccontare parla proprio di questo.
Siamo nel 1971, quando i Pink Floyd pubblicano Fearless, contenuto nel loro sesto album in studio, Meddle. All'apparenza, si tratta di una melodia pastosa e introspettiva, costruita attorno al riff di David Gilmour e al testo di Roger Waters.
E tu dirai: melodia pastosa? introspettiva? beh i soliti Pink Floyd.
Ma verso la fine del brano accade qualcosa: un boato, si alza il suono inconfondibile dei Reds che intonano “You'll Never Walk Alone”.
Sì, il leggendario inno del Liverpool fa un cameo in un pezzo dei Pink Floyd. E non è stato un caso.
(Che belli i Reds 🟥🟥)
🧱 Un muro tra calcio e Floyd?
Pur essendo noti per i loro concept album, i Pink Floyd non erano particolarmente associati alla cultura calcistica. Membri come Roger Waters erano dichiaratamente tifosi dell'Arsenal e in genere si tenevano alla larga da riferimenti sportivi mainstream nella loro musica.
Allora perché includere una registrazione sul campo dei tifosi del Liverpool a piena voce? Secondo varie fonti, potrebbe trattarsi di un sottile cenno all'identità operaia e allo spirito socialista di Liverpool, valori che risuonavano con Waters, soprattutto durante gli ultimi anni di vita politica della band.
Hai presente Oasis e Man. City? Ecco. Più o meno.
🎶 “Fearlessly the idiot faced the crowd…”
Fearless dei Pink Floyd è una meditazione sulla forza interiore e sulla determinazione silenziosa.
Non parla di sfide eroiche o di ribellioni clamorose, ma del rimanere fedeli a sé stessi — anche quando il mondo ti urla di fare il contrario.
L'inclusione dei tifosi del Liverpool che cantano You'll Never Walk Alone - una canzone che parla di solidarietà, unità, speranza e resistenza attraverso l'oscurità - sembra quasi una fusione, di quelle che trascendono il campo di calcio e riecheggiano nella condizione umana.
🔊 Il campionamento di allora e di oggi: dalle bobine a nastro al drag-and-drop
Nel 1971, quando i Pink Floyd inserirono il ritornello di You'll Never Walk Alone in Fearless, il campionamento non era semplice come oggi.
Dovevano fisicamente giuntare le registrazioni sul campo, allinearle a orecchio e mixarle manualmente nel nastro analogico: un processo che richiedeva tante ore di lavoro e una precisione tecnica enorme.
Oggi, campionare un canto della folla è quasi facile. Con le workstation audio digitali come Ableton o Logic, i produttori possono trascinare e rilasciare i clip, sincronizzare automaticamente i tempi e filtrare il tutto con una qualità da studio in pochi secondi. Ciò che un tempo richiedeva ore (o giorni) di lavoro in studio, ora può essere fatto con un laptop in un coffee shop.
Il lavoro dei Pink Floyd su Fearless ci ricorda quanto fossero visionari e pratici i primi campionamenti: una vera miscela di istinto musicale e sperimentazione tecnica che ha contribuito a gettare le basi per i paesaggi sonori senza soluzione di continuità che oggi diamo per scontati.
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⚽ Un legame con il culto calcistico
Questa è una storai poco conosciuta.
Ma a pensarci bene: gli Inglesi di cosa sono storicamente grandi esportatori nel mondo? Di rock, e di calcio.
E anche nel caso dei Pink Floyd si sono incontrati.
La prossima volta che ascolti Meddle, quando Fearless arriva in fondo, pensa che quella è la voce di migliaia di persone che cantano all’unisono, tutte vestite di rosso, tutte racchiuse nel loro tempio sacro, Anfield.
You'll Never Walk Alone.
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da Avanguardia Concerti 🎸